domenica 31 agosto 2008

Educare dagli Appennini alle Ande



[...]Era così bello parlare
insieme, seduti di fronte:
così bello confondere
i volti (fumare,
scambiandoci le sigarette),
e tutto quel raccontare
di noi (quell’inventare
facile, nel dire agli altri),
fino a poter confessare
quanto, anche messi alle strette,
mai avremmo osato un istante
(per sbaglio) confidare.
G. Caproni

Quando si è in cammino realmente l’inaspettato, l’astrattismo dell’occasione, il morbido apparire delle circostanze hanno un valore inesprimibile, che rasenta la poesia ma con il distacco del superamento. La poesia resta indietro perchè è già un costrutto teorico, mentre la sensazione che si prova ha il valore puro dell’illuminazione.
Era necessario venire fino in Argentina per conoscere un’esperienza educativa che si è sviluppata dietro l’angolo di casa, a Reggio Emilia, a centosessanta chilometri di distanza.
È il 30 di agosto. Inverno nell’emisfero sud, ma senza averne l’aria, perchè si va a spasso in maniche di camicia, con il cielo terso e azzurrissimo, trai i colori e miliardi di suoni di Buenos Aires. Sveglia alla buon ora. Un mate, un par de galletas e via alla metropolitana di Callao con Cordoba. Due fermate e alla terza si scende in Aguero dove, a poche cuadras di distanza, in Gallo 1341 entre Paraguay y Manzilla, si trova il collegio Aletheia.
É un istituto privato per i bambini da due (infancia) a 12 anni (escuela primaria) che accoglie ed applica la metodologia pedagogica di Reggio Emilia.
Oggi si tiene un convegno proposto e organizzato dalla Red Solare, con la presenza di Alfredo Hoyuelos, filosofo e pedagogista spagnolo, discepolo di Loris Malaguzzi che da anni lavora nella divulgazione della metodologia Reggiana. È un incontro rivolto alle insegnanti e, anche qui sempre più rari, agli insegnanti della scuola dell’infanzia, ed affronterà il tema della politica nella metodologia pedagogica di Loris Malaguzzi.
Hoyuelos è una persona estremamente accattivante e coinvolgente, parla con semplicità e precisione non cita per riempire i vuoti della comunicazione ma soprattutto mostra un materiale di prima qualità. L’esperienza che condivide con i 140 docenti è un progetto che si è sviluppato durante un anno di lavoro nella scuola dove lavora a Pamplona. É un laboratorio di pittura che ha coinvolto bambini, insegnanti e genitori, in ottemperanza alla perfezione del triangolo educativo, per poi traboccare tra amici dei bambini, conoscenti dei genitori, giornalisti, pediatri dei bambini della scuola e istituzioni varie della città.
L’idea del progetto è abbastanza semplice: lavorare con la pittura ad olio. Sarebbe troppo lungo ed inopportuno raccontare qui i vari passi lungo i quali è andato crescendo il progetto, passi che non hanno mai perso di vista che la vera meta del cammino è il cammino stesso. Vi dirò solo che bambini dai 18 mesi fino ai tre anni hanno lavorato in totale libertà ed autonomia, affiancati dal sapere di adulti che hanno sempre prediletto la condivisione dell’atto all’insegnamento del concetto, e che dalla tela di cotone passando per la costruzione del supporto del quadro e del trattamento della tela, dalla creazione di bozzetti alla realizzazione dell’opera finale, hanno prodotto delle opere di una bellezza abbacinante perchè traboccanti d’amore.
Bene entusiasmo a parte. Parlavamo di politica. E allora mi concedo uno spazio di giustapposizione di concetti senza la pretesa di spiegarli. Ogni azione è un momento politico. “L’autore, l’artista, quando è appassionato e disinteressato è una contestazione vivente. Contesta qualcosa al conformismo, a ciò che è ufficiale a ciò che è statale”, diceva Pasolini. I riferimenti da cui parte Hoyuelos per introdurci l’esperienza con i bambini sono il concetto di disumanizzazione dell’individuo proposto da Marcuse, le riflessioni sull’uomo tecnico (o tecnologico) e l’uomo immaginario di Edgar Morin, la visione matrista di Maturana, visione che si basa sul principio dell’accettazione dell’altro e non del rifiuto aprioristico della diversità e dell’estraneo. Malaguzzi traduce queste esperienze nell’atto educativo in cui le parole chiave sono polietica, ovvero la politica inseparabile dall’etica,  politica della felicità che annulla qualsiasi atto di sopraffazione egoistica da parte dell’adulto che nel momento educativo deve condividere l’esperienza con il bambino, non imporla. Itineranza, ovvero la scoperta deduttiva, con il rispetto dei tempi e degli spazi dei bambini. Astrattismo, ridurre al minimo fino ad eliminare l’affanno dell’adulto nel riportare tutto necessariamente ad una forma strutturata o figurativa (uno scarabocchio, una macchia sono la rappresentazione di un movimento e non per forza la casina, la castagna, il coniglietto). Lo spazio in cui questi principi vengono applicati è la scuola, un ambiente completamente differente da quello al quale siamo stati abituati. È un luogo in cui le aule hanno le porte aperte per far sì che i bambini possano decidere liberamente che spazio ritengono giusto sfruttare in ogni momento del lavoro (nessun luogo ha uno spazio privilegiato per educare. La scuola è uno spazio aperto). I tempi di realizzazione degli elaborati rispettano il ritmo proprio di ogni bambini e non c’è l’obbligo di fare. La condivisione tra pari è totale, nessuno mai lavora solo per proprio conto. Il numero di bambini per gruppo è massimo di 26, e gli educatori per ogni gruppo sono due, più un atelierista che organizza gli spazi di lavoro. I genitori sono coinvolti direttamente attraverso riunioni che in forma totalmente autonoma si trasformano in incontri extrascolastici, in richieste di approfondimento, in attenzione da parte dei mezzi di comunicazione.
L’aspetto politico di questa metodologia educativa risiede fortunatamente anche nella maieutica che coinvolge in maniera contagiosa le differenti intelligenze che ruotano intorno all’esperienza. Bambini genitori ed adulti collaborano realmente, pacificamente e in maniera disinteressata al percorso educativo che esce dalle aule e diventa stile di vita.
Riferimenti.
Spagnolo


Italiano


Libri in spagnolo:
A.Hoyuelos, La ética en el pensamiento y la obra pedagógica de Loris Malaguzzi Octaedro, Barcelona, 2006
A.Hoyuelos La estética en el pensamiento y obra de Loris Malaguzzi, Ediciones Octaedro, Barcelona, 2006

Lbri in Italiano

L. Gandini, G. Forman C. Edwards I cento linguaggi dei bambini, editrice Junior, bergamo, 1995

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