venerdì 8 marzo 2013

Tappeti e giochi Polisensoriali


Tappeti e giochi Polisensoriali
Lo stupore dei più piccoli

Di: Beatrice Bartolozzi

Con queste parole vorrei raccontarvi un’esperienza vissuta grazie ad un grosso progetto realizzato in alcuni Nidi e Centri gioco del comune di Prato.
L’idea è nata da esperienze conosciute, viste, provate e condivise con le mie colleghe, Chiara e Giulia.
In questo progetto abbiamo pensato di affiancare il racconto di storie con la lettura tattile, guardando Munari, di lavorare sull’idea di tappeto polisensoriale, guardando il lavoro dei Nidi di Reggio Emilia che avevano guardato Burri, il quale a sua volta sicuramente aveva guardato qualcun altro. Chissà forse la natura maestra di tutte le cose.

In fondo è tutta una storia di sguardi e rimandi. Rimandi a storie rodate come Il prestigiatore verde di Munari, che ci ha suggerito di lavorare sull’effetto sorpresa. E così la lettura del libro è sempre accompagnata da un pupazzo di stoffa, Pippo, che verde pure lui, ci segue in ogni incontro.
Pippo arriva con noi in una valigia blu, nascosta dentro ad un’altra che nelle tasche cela a sua volta, libri e materiali. Ogni giorno la valigia potrebbe contenere qualsiasi cosa e Pippo cerca di confondere le idee… con i capelli imita il  cavallo, con i piedi il serpente, fino a manifestarsi tutto intero sempre in pigiama, sempre da vestire ogni volta con l’aiuto dei bambini. 
La sua bocca si sposta sorride o è triste e diventa un altro gioco da fare per presentarsi. Pippo riscuote sempre un grande successo tanto che l’anno scorso una bambina voleva venir con me, cioè con lui, nella valigia. A volte è guardato con sospetto e occhi luccicanti, che preannuncerebbero un pianto, ma alla fine del primo incontro tutto è passato e un altro bambino è stato conquistato.
Dalla valigia di Pippo escono  i libri. Quelli tattili da leggere con le mani, in cui cercare elementi che ci riportino alle nostre storie. Quelli Pop Up, in cui metter le dita  per entrarvi dentro. I materiali da maneggiare e scegliere per creare piccole composizioni che, insieme, diventeranno un gran tappeto polisensoriale con cui giocare. 
Plastiche, tessuti, materiali naturali, sonori, profumati sono stati  indagati per le loro potenzialità, li abbiamo anche ascoltati con le orecchie grazie al fonendoscopio, per entrarci dentro ancora di più.

Lavorare con i bambini dai 18 ai 36 mesi porta ad affinare la propria sensibilità verso le piccole cose che suggeriscono più di gesti eclatanti e rumorosi.
Così l’attesa di scoprire cosa nasconde una finestra di un libro e la scoperta stessa, diventano ogni volta per loro una grande emozione, che ci contagia e ci permette di riscoprire la realtà insieme a loro.





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