lunedì 13 agosto 2007

Prospettive andine

Vivere e lavorare sulle Ande è veramente un’esperienza alternativa. Mi sorprendo spesso a rivalutare i nostri parametri di vita.

Le distanze e il paesaggio

Scavalcare montagne ogni giorno. Huamanga, il luogo dove viviamo, dista un’ora di tornanti sali e scendi percorribile solo in dondolanti e soporiferi mezzi, dal luogo in cui lavoriamo quotidianamente, Huanta. Noi quanto loro, gli autoctoni, siamo assorti nello stupito guardare attraverso il finestrino l’esilarante paesaggio che serpeggia mutevole tra agavi, tunas e capre arroccate. Non stanca mai, continua a catturare lo sguardo, si mostra in una serie di quadri perfetti dove hai sempre un particolare nuovo da osservare: il maiale che si grufola davanti alle case di fango sovrastate dalla tremolante scritta “Internet”; il rio in cui qualcuno si sta bagnando, la mujer che spunta dal nulla al di là di una curva col bimbo marsupiato nella coloratissima manta, il ponte Ayaharcuna sotto cui si usava far ritrovare ai campesinos i cadaveri dei loro cari assassinati e poi minuti e minuti di pure curve inscritte nella roccia e nella vegetazione.
Sicuramente non si sta comodi col compagno di asiento pressurizzato a fianco ma mi viene in mente che sul 27 la mia mirada deve appagarsi con l’Oviesse, una fiumana di gente velocemente indaffarata e gli anonimi palazzoni di viale Talenti. Tanti dei nostri corsisti abitano nei pueblos intorno a Huanta qunque, dopo aver passato la mattinata a scuola o a lavorare, si fanno anche una o due ore di viaggio per partecipare all’iniziativa…



La tempistica e la comunicazione

Il tempo peruviano sembra contato con un’unità di misura diversa da quella europea, è fatto di ritardi e traccheggiamenti – devo dire che ci stiamo anche adeguando bene – e la regola del gioco è risolvere i problemi un minuto prima che tutto il lavoro ti crolli addosso…è un modo affascinante e rilassato di affrontare la vita che ha poco a che vedere con quello sclerotico che ci appartiene! Senza voler troppo marcare facili generalizzazioni, sembra proprio che i peruviani amino essere cortesemente formali nel comunicare agli altri, si arrampicano in diplomatici giri di parole con l’intento di passare il messaggio, soprattutto quando si tratta di un diniego o di un differente punto di vista, in modo indiretto e con un’estrema cautela.


Nos comunicamos pronto

Chiara

1 commento:

silvia ha detto...

Cate: Silvia, hai visto il blog della Chiara?
Silvia: Si, ho letto anche i racconti e te?
Cate: anch'io e le foto.. l'ho vista bene devo dire..
Silvia: E' strano riconoscere una figura cosi' nota inserita in un contesto cosi' distante. Le emozioni però traspaiono e sembra di poterle condividere no?
Cate: merito anche delle sue parole; è brava a descrivere ciò che la circonda e come se lo vive..
Silvia: Sembra di essere con lei tra i colori, i suoni e le forme, di intuire i tempi e gli spazi...
Cate e Silvia: Baci e in-bocca-al-lupo per tutto!!!

ps. prendi il combi e torna a casa vai!