di Beatrice Bartolozzi e Valentina Kuhfus
Avevamo voglia di raccontarci. Il presentarci tra noi ha
richiesto molto più tempo del previsto: i genitori bramavano di spiegare che
lettori sono, che lettori erano da bambini, desideravano parlarci di chi ha
condiviso storie con loro e come lo ha fatto. E, da ultimo, avevano piacere di
dire come leggono i loro bambini, che rapporto hanno con i libri e le storie.
Ci hanno fatto richieste, ci hanno detto chiaramente quali risposte stessero
cercando, quali aspetti dell’approccio al libro da parte dei loro figli avevano
bisogno di approfondire e chiarire.
- Non vuole leggere il libro ma sfogliarlo e raccontare
da solo
- Ci suggerisce le domande da fargli
- Non sopporta la figura del lupo cattivo
- Vuole le fiabe, ma io vorrei leggergli “Le favole di
Federico” di Lionni che hanno una morale
È in base a quanto raccolto da questa lunga presentazione
che abbiamo modulato gli incontri successivi, non per fornire risposte dirette
ma per cercare suggerimenti nella nostra esperienza di addetti ai lavori, nei
testi di scrittori, psicologi e scrittori di saggi sulla fiaba, letteratura per
l’infanzia e lettura ad alta voce.
UNA STORIA VALE L’ALTRA?
No, una storia non vale l’altra: ogni momento ha la sua
storia, ogni storia ha un suo momento, ci cattura quando contiene qualcosa che
sta succedendo anche a noi, quando i protagonisti ci fanno vedere la luce in
fondo al bosco e possiamo credere che la troveremo anche noi. Quando ci
accarezza attraverso la voce dei nostri cari e ci fa il solletico se abbiamo
bisogno di ridere, se invece che affrontare il lupo nel bosco preferiamo
prenderlo un po’ in giro, se preferiamo il paradosso al dramma…
Abbiamo riscoperto che il linguaggio dei bambini è vicino
a quello della metafora, e per scacciare i cattivi pensieri possiamo soffiarli
via insieme alle nuvole di un temporale, che parlare ai bambini è ricordare e
imparare un nuovo linguaggio, è lasciarci travolgere dal loro entusiasmo quando leggiamo Tararì tararera e
stupirci, perché loro per fortuna sanno apprezzare quello che noi a volte
abbiamo dimenticato.
OGNI ETÀ È UNA NUOVA AVVENTURA, colma di nuove storie, ce
n’è una per ogni situazione. Abbiamo capito che tipo di letture è opportuno
introdurre nelle diverse età, quali sentimenti si fanno spazio nei piccini ogni
anno che passa.
- la narrazione fa parte della vita di tutti i giorni,
anche se non ce ne rendiamo conto, e il libro può essere un ottimo compagno, un
momento di decompressione da vivere con i figli al rientro dal lavoro, prima
della cena, un buon amico prima di dormire. Quasi tutti i genitori ci hanno
confidato che leggono ai figli prima che si addormentino, è un passaggio
delicato, quello che ci porta al sonno.
La cosa più sensata da fare è rispettare i bisogni del
bambino, i suoi tempi, i suoi gusti, le sue attitudini, non forzarlo al nostro
sentire ma accettare il suo, coccolarlo, comprenderlo, assecondarlo e condurlo.
Provare, fare tentativi sapendo che potrà capitare di dover tornare indietro,
aggirare le questioni e affrontarle poi nuovamente in contesti e stati d’animo
differenti.
PENSIERO CREATIVO
Abbiamo introdotto i genitori alla conoscenza di autori
/artisti come Bruno Munari, che è datato, ma non ancora superato! E non sempre
è conosciuto.
Perché?
Perché siamo convinti che a volte gli occhi di certi
artisti sappiano guardare più lontano e perché Munari, Rodari e altri grandi
aiutano a guardare oltre gli stereotipi, ci invitano a scombinare tutto per
rimetterlo insieme e creare così il nostro pensiero… e se il nostro pensiero è
quello di colorare il cielo di rosso lo possiamo fare, perché c’è sempre un
motivo, e se vogliamo scrivere una storia in cui la terra sta in alto e il
cielo in basso ben venga. Perché in un sasso possiamo vedere un’isola, e in una
nuvola un cavallo. Direte voi: ancora con questi giochi? Li faceva anche
Leonardo da Vinci con le macchie di muffa sui vecchi muri, appunto Leonardo da
Vinci.
Quindi buttare all’aria e guardare le cose dalle loro
diverse angolazioni aiuta a crescere in modo creativo.
Mutuiamo da Munari la scelta di lasciar sperimentare i
bambini senza dare loro schemi troppo precostituiti; i suoi
Prelibri, piccoli, maneggevoli, realizzati con materiali diversi
nascondono preziose sorprese all’interno e nascono senza testo, senza
illustrazioni, proprio per lasciare ai bambini piccoli la possibilità di
inventare una loro storia partendo da un’esplorazione sensoriale. Non bisogna mai dimenticare che con i
libri ci rivolgiamo ai bambini e bisogna imparare a riconoscerli anche come
curiosi divoratori di storie; per questo abbiamo presentato Il prestigiatore
verde, un libro sottile con tanti bauli e tante storie… un gioco che ci
sorprende sempre. Perché dentro ogni baule ogni volta potrebbe esserci di tutto
ma è rassicurante ritrovare sempre il gallo e la sveglia con i baffi di Alfonso.
Ed eccoci giunti al tema caldo della Ripetizione, delle
storie che hanno una specie di ritornello, che si reitera e che piacciono ai
bambini perché si appropriano della storia e del linguaggio. Il ripetere dà
certezza fino a una certa età, poi è noioso!
I genitori hanno apprezzato queste brecce d’autore, (non
solo Munari…) in un’editoria vasta e che a volte propone anche oggetti
commerciali.
Abbiamo dedicato del tempo anche alle illustrazioni,
essenziali nella tenera età: il loro ruolo, la loro importanza, la loro
capacità di sostituirsi al testo, di arricchirlo, di darne un’interpretazione.
E abbiamo rovesciato le nostre valigie piene di libri per mostrare tutte queste
forme di arte e come una stessa storia possa essere diversamente rappresentata
dagli illustratori.
Alla fine di questo bel percorso anche noi abbiamo
“raccolto” tanto: la gratificazione dei ringraziamenti, dei complimenti e degli
applausi spontanei ci ha fatto capire che abbiamo colpito nel segno; le
esperienze dei genitori, le lacrime di chi si è commosso davanti a certe
suggestioni, le considerazioni costruttive e sempre assai partecipate non fanno
altro che dare benzina alla passione che mettiamo in questo mestiere e
cementano la convinzione che studiare e formarsi e fare esperienza e darsi da
fare per avere materiale concreto ha ancora, immensamente, senso.
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